Dici donna, dici libro. O forse non era questo il detto.

L’8 marzo è la nostra festa, mie care signore: saremo coccolate, usciremo a cena con le amiche e forse andremo a qualche festa appositamente organizzata; riceveremo la mimosa e magari qualche cioccolatino. Io spererei in un libro, veramente.

Però, non dimentichiamo che la festa della donna non è questo, anche se tutti sanno quanto amiamo essere al centro dell’attenzione per un giorno. Cito letteralmente parte di un articolo che ho scritto per la rivista di MonteCovello.

Soffermiamoci, anche solo per qualche minuto a ricordare le 129 donne della ditta Cotton di New York, arse vive dal fuoco appiccato volontariamente dal padrone dell’azienda stessa, per il semplice motivo che esse nei giorni precedenti avevano scioperato e protestato contro le condizioni insostenibili in cui erano costrette a lavorare. Detto questo, sembra logico sostenere che col passare degli anni (era il 1908 quando avvenne la tragedia e le celebrazioni per commemorare le vittime iniziarono negli anni immediatamente successivi) si è perso il vero valore della “festa della donna”. Non credo, con queste poche parole, che renderemo giustizia agli innumerevoli anni in cui, via via, ci si è sempre più concentrati sull’aspetto “commerciale” dell’8 marzo; ma spero, grazie anche a tutte le persone che leggeranno queste righe, di aver riportato alla memoria quanto sia realmente speciale questa festa.

Finita la mia digressione storica quantomeno doverosa, parliamo di qualcosa che purtroppo riguarda “l’aspetto commerciale” di questa festa, ma è qualcosa di piacevole e il cui suono della parola stessa mi pare sempre più dolce del cioccolato (anche se il cioccolato me lo mangio più volentieri): libri.

Dunque dunquino (è spaventoso notare come questa storpiatura dell’italiano sia entrata così velocemente nel Lucrezionario —> Dizionario di Lucrezia), iniziamo dai libri un po’ più noiosetti, ma solo per il semplice fatto di essere storici; e so bene che la storia annoia molti.

[quella fornita in questo post è una piccola selezione fatta da me, ma sono sicura che in giro ci saranno molti altri libri altrettanto validi ed interessanti!]

Nel 1949 esce “Il secondo sesso” che fece, allo stesso tempo, successo e scandalo. Con veemenza da polemista di razza, de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna e i relativi attributi. In questo saggio l’autrice si esprime in un linguaggio nuovo, parla di controllo delle nascite e di aborto, sfida i cultori del bel sesso con “le ovaie e la matrice”. Affronta temi il tema della sessualità, il lesbismo, la prostituzione, l’educazione religiosa e la maternità, indicando alle donne la via per l’indipendenza e l’emancipazione. Provocando il pubblico conservatore, de Beauvoir cerca riconoscimento personale e solidarietà collettiva, e li avrà: l’opera, di respiro universale, è diventata una tra le fondamentali del Novecento.

Dall’inizio del secolo, la data dell’8 marzo segna una ricorrenza ad altissimo valore simbolico che negli ultimi anni, anche se banalizzata dai media e a volte ridotta a rito consumistico, resta un’occasione di ampia mobilitazione e di trasmissione di memoria tra le generazioni. Il volume, accompagnato da un DVD che presenta immagini storiche e interviste a protagoniste della politica italiana degli ultimi 50 anni, ripercorre la storia della ricorrenza, svelando alcuni misteri sulla sua origine e le varie modificazioni di senso subite nel tempo. Se ne attualizza così la valenza politica: l’8 marzo ha un passato glorioso e un futuro che toccherà alle donne più giovani scrivere.

L’otto marzo, Giornata internazionale delle donne e data simbolo delle lotte femminili, ha ormai un secolo di storia alle spalle e, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra, è divenuto un appuntamento fisso per migliaia di italiane. Attraverso i rituali e le forme espressive e creative che ne hanno accompagnato le celebrazioni nel corso del tempo è possibile richiamare temi e parole d’ordine, cogliere il loro diversificarsi negli anni, nei luoghi, nelle generazioni e descrivere il mutamento di priorità e rilevanza che ha interessato contenuti, discorsi e rivendicazioni. Al di là della vaghezza che ancora avvolge la storia delle sue origini – e che si cerca qui di chiarire e interpretare – scopriamo così che la forma di ritualità pubblica che ha fortemente contribuito a strutturare i caratteri profondi della cultura nazionale e, al suo interno, a segnare le linee normative dei rapporti tra i generi.

Il volume racconta il periodo risorgimentale visto “dalla parte delle donne”. Una galleria di personaggi femminili che, in modi diversi, hanno contribuito a scrivere pagine di quel lungo, faticoso, controverso periodo che portò all’unità d’Italia. Emergono figure straordinarie che hanno saputo trasformare il loro tranquillo quotidiano in lotta, mettendo in pericolo le loro esistenze e i loro affetti per un futuro che non poteva offrire certezze. Accanto a nomi noti, come quelli di Anita Garibaldi e di Cristina di Belgioioso, l’autrice porta in scena il mondo femminile delle umili combattenti, le eroine delle Cinque Giornate di Milano, nonché le donne che seppero curare i feriti nelle organizzazioni ospedaliere spesso affidate al volontariato femminile. Offre uno spazio ampio al ruolo delle giornaliste straniere che raccontarono con i loro articoli le vicende delle lotte risorgimentali, come Margareth Fuller e Jessie White Mario. Penetra nei versi delle poetesse risorgimentali, come la grande improvvisatrice Giannina Milli o l’appassionata Giulia Molino Colombini, per raccontarne il valore nella costruzione di un ideale patriottico sempre più saldo e sicuro. Si inserisce nel mondo dei salotti: in una società come quella ottocentesca che affidava alla donna sostanzialmente i ruoli di moglie e di madre, questi momenti di incontro rappresentarono una essenziale forma di aggregazione sociale e culturale che cambiò nel corso del secolo.

Ed ora, passiamo a letture un po’ più piacevoli! Innazi tutto, vi segnalo i libri scontati alla Mondadori poprio per la festa della donna!

Una casa da condividere con la persona amata, un caldo nido d’amore: è questo il sogno di Juliet. E finalmente lei e il suo fidanzato Simon riescono a realizzarlo. Ma proprio durante la prima notte nel loro nuovo appartamento, Juliet scopre che lui l’ha tradita con la sua migliore amica. Il suo cuore è infranto e la realtà è troppo dura da affrontare. Sola e disperata, Juliet trova conforto soltanto nel ricordo dell’amata nonna Violet, morta un anno prima, e nei suoi manuali anni Cinquanta per la casalinga perfetta. E mentre il passato riaffiora con i suoi torbidi segreti, sarà proprio in questo dolce mondo fatto di grembiuli, pentole, nastri, pizzi e ricami che Juliet ritroverà se stessa, e forse, chissà, anche un nuovo amore.

Cassie ha appena lasciato il marito, dopo aver scoperto la terribile verità su un matrimonio che pensava perfetto. Sa che il momento di voltare pagina e ricominciare. Allora, quale migliore aiuto di quello che possono offrirle le sue preziose amiche d’infanzia? Kelly, Anouk e Suzy, brillanti, alla moda e vitali, sono pronte a ospitarla e a farle vivere l’atmosfera glamour della grande mela, la passione e la seduzione della Ville Lumière e la frenesia londinese. In un viaggio alla scoperta di una se stessa che non conosceva, Cassie vivrà le esperienze più diverse: lavorerà con acclamati stilisti newyorkesi e parigini, poserà per un quotato fotografo, prenderà lezioni di cucina da un famoso chef e organizzerà matrimoni. Ad attenderla, al suo arrivo in ogni città, c’è una strana lista di cose da fare. Qualcuno che conosce da tanto tempo la compila per lei. Qualcuno che le fa trovare una sorpresa speciale sotto il grande albero di Natale nello scintillante negozio di Tiffany. Qualcuno che le regala dei semi di fiori, ogni volta diversi, da piantare e far crescere, come in un romantico messaggio cifrato. Il destino ha in serbo per lei la tanto attesa scatolina blu? E se un giorno il passato lasciato alle spalle dovesse all’improvviso tornare?

Quale ragazza non sogna, una volta nella vita, di ricevere in dono un gioiello di Tiffany? A New York, sulla Fifth Avenue, il giorno della vigilia di Natale due uomini stanno comprando un regalo per la donna di cui sono innamorati. Gary, che aveva quasi dimenticato il regalo per la sua fidanzata Rachel, sta acquistando per lei un braccialetto portafortuna. Ethan invece sta cercando qualcosa di speciale: un anello di fidanzamento per Vanessa, uno splendido solitario col quale si inginocchierà davanti a lei e le farà una romantica proposta di matrimonio. Ma quando per sbaglio, all’uscita dal negozio, i due regali vengono scambiati, Rachel si ritroverà al dito l’anello destinato a Vanessa. E per Ethan riportarlo alla donna per la quale lo ha scelto non sarà affatto semplice. Soprattutto se il destino ha altre idee a riguardo…

May Smith, una giovane donna inglese, nell’aprile 1912 s’imbarca in terza classe sul Titanic, insieme alla figlia Ellen e al marito Joe per inseguire il sogno americano. In prima classe viaggia Celeste Parkes: in America la aspettano il marito Grover, ricco uomo d’affari, e il figlio Roddy. La notte del 15 aprile il Titanic entra in collisione con un iceberg: Celeste viene subito trasferita su una scialuppa di salvataggio mentre May e la sua famiglia, come tutti i viaggiatori di terza classe, sembrano essere condannati a morte. A loro resta solo una chance: tuffarsi nelle acque gelide sperando di salvarsi. May, ormai allo stremo delle forze, viene tratta in salvo proprio dalla scialuppa di Celeste e, mentre cerca disperatamente marito e figlia, ecco che un uomo, riemerso dalle onde, le consegna una bambina. Tutti, compresa May, sono convinti si tratti di Ellen. Solo alle prime luci dell’alba, poco prima dell’arrivo dei soccorsi, May scopre che quella non è la sua bambina, ma non trova il coraggio di dire la verità. Celeste decide di prendersi cura di May e della piccola e da quel momento in poi le vite delle due donne si legano in maniera indissolubile. Insieme combatteranno i pregiudizi dell’epoca e le convenzioni sociali, si confronteranno con il peso delle bugie e dei segreti, sempre l’una accanto all’altra, fin quando la verità a lungo nascosta non farà un ingresso a sorpresa nelle loro vite.

Vivere una vita felice non è complicato. Basta seguire delle regole precise. Per esempio: mai mollare un uomo solo perché ha mangiato l’ultimo orsetto gommoso della confezione. Mai trasferirsi in un rudere fatiscente per ”ritrovare se stessi”: si rischia solo di diventare lo zimbello altrui e di coprirsi di ridicolo davanti a tutti. E soprattutto, non innamorarsi di un uomo che ha due figlie, un attaccamento morboso alla defunta moglie – una donna perfetta che nessuna compagna potrà mai rimpiazzare – e una madre che ti tratta come se fossi la domestica e pensa che la tua unica funzione sia quella di pulire e tenere in ordine la casa. Maggie passa da una disavventura all’altra, perde il lavoro a Dublino, rinuncia alle sue Jimmy Choo per calzare orribili stivali da lavoro e si rifugia nella sonnolenta cittadina di Glacken. Ma è una donna testarda, non si arrende ed è anzi pronta a tutto pur di conquistare la gioia e la serenità che merita. Una vita perfetta e un amore da sogno sono lì ad aspettarla.

Durante una calda estate greca, alla fine degli anni Novanta, si intrecciano le vite di quattro personaggi stravaganti e solitari, mossi dal desiderio di cambiare le proprie esistenze. Lia è una ragazza affetta da un misterioso virus che la sta consumando e vive reclusa in un ospedale di Atene, circondato da alberi di arance. Il suo unico contatto con il mondo esterno è il fratello Sid, schivo e poco socievole. Il suo peggior nemico, invece, è Sotiris, un infermiere che non perde occasione per maltrattarla, al punto da spingerla a tramare una vendetta. C’è poi Nina, una ragazzina ribelle, che sogna di fuggire dal villaggio di pescatori dove trascorre l’estate, un luogo in cui il tempo sembra non passare mai. Sarà proprio qui che la vedrà per la prima volta Sotiris, fatalmente attratto dalla sua bellezza. Le loro quattro strade, all’apparenza così distanti, potrebbero non incontrarsi mai. Eppure, al di là delle loro piccole manie, delle loro fragili volontà, qualcosa li accomuna e li lega: un insopprimibile bisogno d’amore. Ersi Sotiropoulos, pluripremiata scrittrice greca, firma un indimenticabile romanzo dal gusto dolceamaro, commovente e intenso.

Mimoun Driouch è un padre-padrone che non conosce altro linguaggio se non la violenza. Come impongono le tradizioni del Marocco, suo Paese d’origine, si è creato presto una famiglia, ma poi, geloso e possessivo, ha trasformato la vita della moglie e dei figli in un inferno: li ha traditi e umiliati, è emigrato in Catalogna abbandonandoli per anni, per poi tornare a ossessionarli con i propri sospetti e le proprie fobie. Ma cosa lo ha reso così autoritario e dispotico? Il suo passato e il ruolo che si è trovato a rivestire nella società patriarcale di origine possono forse giustificare la rabbia e la follia? A chiederselo è la giovane figlia prediletta, che, ormai diventata donna, decide di ripercorrere la storia di Mimoun per cercare di venire a patti con l’ingombrante figura paterna. Ha inizio così un racconto che, alternando episodi brutali a momenti di grande tenerezza, affronta con coraggio e un pizzico di ironia ogni aspetto di un rapporto difficile che ha profondamente segnato le vite dei protagonisti.

Vienna nel XVIII secolo è una delle città più affascinanti e ricche d’Europa. Maria Antonietta, la giovane arciduchessa d’Austria, è cresciuta qui, assieme a fratelli e sorelle, nel lusso più sfrenato e nella magnifica opulenza della corte imperiale. La sua è una vita fatta di balli, ricevimenti, feste; i suoi amici sono nobili e re, i suoi parenti decidono i destini di interi popoli. Ma quella esistenza idilliaca è solo una menzogna, l’immagine di felicità e perfezione che la circonda non è che un vuoto inganno. Sua madre, la terribile imperatrice Maria Teresa, è pronta a sacrificare persino i figli pur di soddisfare la sua sconfinata ambizione. E ben presto, per la giovane principessa, il tempo delle scintillanti serate di gala e dei magnifici banchetti finisce: le logiche del potere la obbligano a sposare un ragazzo goffo e scontroso, il futuro Luigi XVI, e a partire per la Francia. E la strada per diventare regina è lunga e disseminata di pericoli: nessuno è al suo fianco per aiutarla ad affrontare gli intrighi e le gelosie di corte, i nemici interni ed esterni, la rivoluzione. Maria Antonietta è sola, e ha un compito troppo grande per lei. Il ritratto vero e appassionato di una donna che è diventata una leggenda nera, che ha suscitato odio e invidia, e ha contribuito a cambiare il corso della Storia.

Quando ci si avvicina alla quarantina, si sa, la spensieratezza dei vent’anni è ormai solo un ricordo lontano. Se ne sono accorti anche i coniugi Sam e Laura Diamond, che ultimamente hanno scoperto di avere desideri piuttosto contrastanti: lei vorrebbe un terzo figlio, lui preferirebbe una vasectomia. Le cose non vanno meglio alla loro amica ex figlia dei fiori Janey Dart, che è diventata un avvocato in carriera e si è dovuta rassegnare a un matrimonio riparatore. E poi c’è Jonathan Sleet, cuoco di successo, che non riesce a smettere di correre dietro alle gonnelle: un vizio che sua moglie Hannah conosce bene, così bene che si è trovata anche lei le sue distrazioni. Per celebrare il suo quarantesimo compleanno, Jonathan ha deciso di riunire tutti gli amici e di portarli in vacanza per una settimana. Una rimpatriata che, dopo dieci lunghi anni, si preannuncia memorabile. Soprattutto perché nel loro passato c’è un segreto che adesso minaccia di esplodere fragorosamente…

Le donne sono come farfalle che un giorno, nonostante tutto, spiccheranno il volo. Alcune tacciono e accettano quel che la società impone loro, come la madre di Nadia, la protagonista del romanzo, o come Aisha, che tace e obbedisce ai fratelli, ma alla fine si suicida. Nadia invece non tace, non vuole tacere. Figlia di un kuwaitiano e di una siriana, per un breve periodo sembra subire anche lei la volontà altrui, ma sarà per poco. La famiglia la obbliga a sposarsi con un uomo molto più vecchio, un kuwaitiano con un matrimonio alle spalle e dei figli a carico, che le rovina i giorni migliori della vita. Ma Nadia non vuole soccombere al dolore e alle sofferenze, anzi, vuole liberarsene. Alla morte del vecchio eredita le sue ricchezze e riprende possesso della sua vita. Si iscrive all’università e conosce il professor Gawad, sposato con un’americana che continua a vivere negli Stati Uniti. Lui la corteggia, ma Nadia rifiuta di avere una relazione segreta…

Dopo aver visto ciò che propone Mondadori, aggiungo qualche libro e poi passo a cosa io riceverei volentieri (eventuali corteggiatori leggete attentamente!)

Che cos’è Donguan? Una città, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. Ma perché a Donguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? Qui la risposta è più semplice: intanto perché le braccia delle giovani donne sono le più ambite, nel mercato del lavoro cinese, e poi perché una ragazza, in un posto come Donguan, può realizzare il suo sogno, l’unico apparentemente concesso, in Cina, oggi: fare carriera. Certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo che avanza al lavoro reinvestito nell’apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non può avere inizio. E come alternativa, una bella serata fra colleghe al karaoke aziendale. Ma le ragazze di Donguan – e in particolare le quattro che Leslie T. Chang, in questo suo reportage, ha seguito per anni sono disposte ad accettare tutto: un nomadismo incessante; relazioni personali fuggevoli, ma irrinunciabili; e una vita interamente costruita intorno al possesso di un unico bene primario, il cellulare. Sembra l’anticipazione di un incubo futuribile, ed è invece solo una scheggia di un presente parallelo al nostro, e molto più vicino di quanto vorremmo sperare.

Nonostante una vita avventurosa e piena come un romanzo, la comandante Mika è realmente esistita. Elsa Osorio ne ricostruisce la vita intrecciando al racconto le testimonianze di chi l’ha conosciuta direttamente, le sue lettere e i suoi scritti. Nasce così il ritratto straordinario dell’unica donna che ha comandato un manipolo di uomini durante la guerra civile spagnola. Osorio racconta la comandante Mika a partire dall’adolescenza in Argentina, nel fermento della Buenos Aires degli anni Venti, per poi passare agli anni di Parigi, nella cerchia intellettuale trotskista e quindi alla Berlino degli anni Trenta. Mika e il marito, l’amatissimo Hippo, si trasferiranno poi in Spagna, dove arrivano proprio pochi giorni prima del golpe nazionalista e dove non possono non sposare la causa repubblicana.

Ed infine, ecco cosa piacerebbe a me, anche se non si parla di donne. Cliccate sulle immagini per andare alle trame.

Ed eccoci giunti alla conclusione: faccio taaaaaaanti auguroni a tutte le donnicciuole, sicura che non dimenticheranno la vera storia di questa festa, prima di godersela. E poi….divertiteviiiiiiii 😉

Sperando di non avervi annoiato, vi saluto e aspetto i vostri commenti!